LA TRADOTTA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA


NEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA

sabato 17 maggio 2014

Ritorno al Monte Hermada 2014

Ritorno al Monte Hermada
domenica 18 maggio 2014

Sentieri di Pace
Fogliano - Redipuglia
associazione culturale  <F. ZENOBI>

TRIESTE

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IL MONTE HERMADA

E LE LINEE DEL MONTE SAMBUCO

Quando nel 1915 l’Italia, rompendo la sua neutralità, dichiarò la guerra all’Austria, mise inconsapevolmente in moto una catena di eventi destinati a trasformare il monte Hermada (q. 323) in un imprendibile baluardo. Eccezionale osservatorio verso la pianura, fu fortificato sin dai primi giorni di guerra con linee di trincee e osservatori blindati che andavano tanto più a moltiplicarsi e rinforzarsi quanto più le offensive dell’esercito italiano si avvicinavano alle sue pendici. Innumerevoli le caverne artificiali scavate nella dura roccia carsica, molte quelle naturali adattate a scopi militari con lavori ancora oggi ben leggibili la cui mole non può che stupire tanto il gitante occasionale quanto lo storico o l’appassionato.
Il settore dell’Hermada - o meglio le sue pendici - è stato il luogo su cui si sono infrante le speranze italiane di raggiungere rapidamente Trieste, l’ultimo baluardo degli imperiali particolarmente nell’anno 1917, durante la decima e dell’undicesima battaglia dell’Isonzo. Anche l’Hermada ha conosciuto l’opera distruttiva dei recuperanti che il mestiere lo facevano per procurarsi di che vivere sia dopo la prima che, in modo minore, dopo la seconda guerra mondiale. Oggi invece su queste quote come altrove ci si muove con intenti diversi,, seguendo i dettami dell’Archeologia della Grande Guerra, l’archeologia dei nonni. Si cercano infatti sul terreno e nelle caverne le tracce dei sistemi organizzati che rendevano quasi possibile vivere nelle situazioni estreme provocate da un fuoco a tamburo o da giorni passati al buio senza sapere se come o quando da quella caverne si sarebbe usciti per andare incontro a un incerto destino. La specificità del monte Hermada è data dal fatto che tutto ciò che si vede, tutto ciò che è rimasto
è esattamente come gli austro-ungarici lo hanno creato, prima di abbandonare queste posizioni per inseguire la III^ Armata durante l’offensiva di Caporetto. Oggi, quando si parla di monte Hermada (Ermada, Querceto o Grmada), si pensa alla sola cima principale: la quota 323.
Ma il monte Hermada è in realtà costituito da una catena di basse colline orientate da sud ovest a nord est, ognuna delle quali è una cima a parte, ben separata dalle altre da solchi vallivi anche di una certa entità. Si possono infatti riconoscere il dosso Petrinia (q. 199) vero e proprio avancorpo del gruppo, il Nad Kokem (monte Cocco q. 280), sede di osservatori blindati resi visitabili dopo anni di duro lavoro da parte del Gruppo Cavità Artificiali del CAI-SAG,, la quota 281 (Vrh Grize), che con il gemello Goljak dominano la moderna ferita inferta a questi luoghi: il solco creato per la posa dell’oleodotto. Ben più vasto era il monte Hermada nella visione dei soldati della grande guerra: nella memorialistica italiana infatti si trova citato come ponte dell’Hermada quello ferroviario dove c’è ora il casello dell’autostrada A4, ben lontano quindi dagli accessi del monte così come noi lo intendiamo. Le escursioni in questi luoghi sono considerate un piacevole diversivo, ma non così la pensava Fritz Weber, ufficiale d’artiglieria, che nei suoi studi
ricordando quei periodi, così si esprime quando la sua batteria viene destinata al Carso:
apro l’ordine sigillato: dobbiamo prender posizione a Quota 323. C’è solo una quota, che si possa prendere in considerazione, da queste parti, una quota dal nome dolce e nello stesso tempo terrificante: l’Hermada. Ci guardiamo bene dal parlarne…

Distintivo da berretto della 35^ Divione di Fanteria austro-ungarica, in linea sul’Hermada nel 1917





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LA GIORNATA

Base della giornata la Casa Klarčeva – Ceroglie 13. Al ritorno dalle escursioni i partecipanti potranno gustare i tipici prodotti del Carso allietati dal Coro S. Ignazio di Gorizia e dalla Banda di Aurisina. Sono previste due diverse escursioni con rientri lungo un percorso ad anello; i partecipanti possano vedere e conoscere gli equipaggiamenti degli eserciti austro-ungarico e italiano indossati per l’occasione dai gruppi di rievocazione storica. Presente un book shop con alcuni titoli recenti e non, legati al territorio e alla sua storia.


MODALITA’ E ORARI
Iscrizioni gratuite alle escursioni sul posto
I tempi dei percorsi sono calcolati comprendendo i momenti per le spiegazioni e le letture a tema.
Partenze dalla Casa Klarceva alle ore:
lunghe (tre ore) partenze ore 9 e 11
corte (due ore) partenze ore10 e 12

Escursione breve “Fritz Weber”
Si percorre il sentiero fino al bivio per la Cima Hermada, (Q. 323), salita alla cima e rientro a Ceroglie. Percorso di due ore tutto compreso.
 Escursione lunga “Ludwig Grünbacher”
Si percorre il sentiero fino al bivio per la Cima Hermada, per continuare sul sentiero CAI n. 3. Da qui, con vari saliscendi si raggiunge il Monte Sambuco (q. 213) con le sue trincee dominanti il vallone di Brestovizza-Brestovica. Ritorno lungo un percorso ad anello.

Ogni partecipante deve essere munito di una bottiglia d’acqua, abbigliamento adatto a una escursione sul Carso e calzare un paio di pedule.




LO STATO DELL’ARTE NEL 2014

IL MONTE HERMADA

la montagna tenebrosa, la bieca favolosa fortezza è oggi una quota amica, silenziosa. Ma predilige i solitari viandanti e soltanto ad essi svela il mistero e l’attesa…
Abramo Schmid


STUDI E GUIDE
Schmid Abramo. Medeazza, in Alpi Giulie, volume 71, 1977
Schmid Abramo, Flondar, in Alpi Giulie, volume 88/1, 1994
Schmid Abramo, Hermada, in Alpi Giulie, volume 89/2, 1995
Sedmak Drago, La cronaca dei paesi ai piedi dell’Hermada, Comune di Duino-Aurisina, 1995.
Enrico Cernigoi Gianluca Volpi, Hermada il regno del silenzio, in Il Territorio, volume 4/5, 1995
Todero Roberto, Fortezza Hermada, Gaspari, Udine, 2000,
Schmid Abramo, Promontorio Bratina nella guerra italo austriaca 1915-18, in Guida Storico Naturalistica al Promontorio Bratina, CAT, Trieste, 2001
Todero Roberto, Fortezza Hermada, II^ edizione ampliata, Gaspari, Udine, 2002,
Gherbaz Franco Sgai Claudio Vidonis Flavio, Valorizzazione delle opere di guerra del Monte Hermada, settore Cocco, CAI SAG, Trieste, 2003
Fabi Lucio –Todero Roberto, Andar per Trincee, Transalpina Editrice, Trieste, 2004
AA.VV., Storia natura e speleologia sul Carso di Duino, Gruppo Flondar, Duino, 2005
Marini Dario, Verità e fede sul Monte Hermada, in Alpinismo Goriziano, gen-mar. 2005
Marini De Canedolo Dario, Ermada, Gruppo Speleologico Flondar, Duino, 2007

Todero R. Bottazzi F. Cabrera G. Pollanzi P. Scarcia B., Trincee nascoste, Transalpina editrice, Trieste, 2008




BUONA ESCURSIONE A TUTTI

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