LA TRADOTTA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA


NEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA

sabato 17 maggio 2014

PROLUNGATA LA MOSTRA "VOCI DI GUERRA IN TEMPO DI PACE I PERCORSI"

Verrà prolungata fino al 25 maggio la mostra "VOCI DI GUERRA IN TEMPO DI PACE - I PERCORSI" dedicati all'ERMADA e ad altri percorsi della Grande Guerra nella Venezia Giulia, che si è aperta il 30 aprile all'AIAT di SISTIANA. Promossa dal Gruppo Culturale e Sportivo Ajser 2000 e dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis in collaborazione con il Comune di Duino Aurisina all'interno del Progetto promosso dall'Amministrazione comunale di Duino Aurisina " “Sulle tracce della Grande Guerra”cofinanziato dall’UE, PSR 2007-2013 Asse IV Leader, Misura 413, Azione3. 

La mostra, riserva alcune importanti novità, a cominciare da 15 nuovi pannelli didattici riservati ai percorsi della Grande Guerra nella Venezia Giulia.
Dai pannelli relativi al percorso realizzato sul Monte Ermada frutto del lungo lavoro di pulizia e ripristino del Gruppo Cavità dell'Alpina delle Giulie, ai pannelli dedicati al Parco Tematico della Grande Guerra di Monfalcone promosso dall'Amministrazione comunale di Monfalcone e gestito in collaborazione con diverse entità territoriali, a quelli dedicati alla Dolina dei Bersaglieri ed il Monte Sei Busi e per finire a quelli dedicati al Sentiero di PUNTA BRATINA gestito dal Gruppo Speleologico Flondar.
Nuovi pannelli poi dedicati al mondo dei Graffiti della Grande Guerra nella Regione Friuli Venezia Giulia oggetto di un importante progetto  GRAFFITI DI GUERRA  promosso dal Gruppo Storico Friuli Collinare e dal Museo della Grande Guerra di Ragogna.
Tale iniziativa rientra nelle manifestazioni  promosse dal Gruppo ERMADA Flavio Vidonis nel progetto ERMADA 1914 /2014 che vede attualmente anche l'apertura della Sala della Grande Guerra al Castello di DUINO . ( info 3886449114).
Nel corso della giornata del 25 maggio poi,   giornata conclusiva della mostra,  si potrà godere dello SPETTACOLO TEATRALE “TRIESTE – UN UOMO UNA GUERRA” promosso dal Comune di Duino Aurisina in collaborazione con l’Associazione fra le compagnie teatrali triestine “Armonia” e la Provincia di Trieste.

Ma l'Ermada sarà domani oggetto anche di un'altra importante iniziativa sempre inserita all'interno del Progetto comunale “Sulle Tracce della Grande Guerra”, RITORNO ALL'HERMADA 2014. Ideata dall'Associazione ZENOBI e dalla Proloco Fogliano Redipuglia attraverso i Sentieri di PACE, la giornata vedrà la base alla Casa Klarčeva – Ceroglie 13. Al ritorno dalle escursioni i partecipanti potranno gustare i tipici prodotti del Carso allietati dal Coro S. Ignazio di Gorizia e dalla Banda di Aurisina. Sono previste due diverse escursioni con rientri lungo un percorso ad anello; i partecipanti possano vedere e conoscere gli equipaggiamenti degli eserciti austro-ungarico e italiano indossati per l’occasione dai gruppi di rievocazione storica. Presente un book shop con alcuni titoli recenti e non, legati al territorio e alla sua storia. Le iscrizioni alle escursioni sono gratuite sul posto. I tempi dei percorsi sono calcolati comprendendo i momenti per le spiegazioni e le letture a tema. 

Partenze dalla Casa Klarceva alle ore:
lunghe (tre ore) partenze ore 9 e 11
corte (due ore) partenze ore10 e 12
Escursione breve “Fritz Weber”

Si percorre il sentiero fino al bivio per la Cima Hermada, (Q. 323), salita alla cima e rientro a Ceroglie. Percorso di due ore tutto compreso.
Escursione lunga “Ludwig Grünbacher”
Si percorre il sentiero fino al bivio per la Cima Hermada, per continuare sul sentiero CAI n. 3. Da qui, con vari saliscendi si raggiunge il Monte Sambuco (q. 213) con le sue trincee dominanti il vallone di Brestovizza-Brestovica. Ritorno lungo un percorso ad anello.
Ogni partecipante deve essere munito di una bottiglia d’acqua, abbigliamento adatto a una escursione sul Carso e calzare un paio di pedule.


info

IL MONTE HERMADA

E LE LINEE DEL MONTE SAMBUCO

Quando nel 1915 l’Italia, rompendo la sua neutralità, dichiarò la guerra all’Austria, mise inconsapevolmente in moto una catena di eventi destinati a trasformare il monte Hermada (q. 323) in un imprendibile baluardo. Eccezionale osservatorio verso la pianura, fu fortificato sin dai primi giorni di guerra con linee di trincee e osservatori blindati che andavano tanto più a moltiplicarsi e rinforzarsi quanto più le offensive dell’esercito italiano si avvicinavano alle sue pendici. Innumerevoli le caverne artificiali scavate nella dura roccia carsica, molte quelle naturali adattate a scopi militari con lavori ancora oggi ben leggibili la cui mole non può che stupire tanto il gitante occasionale quanto lo storico o l’appassionato. Il settore dell’Hermada - o meglio le sue pendici - è stato il luogo su cui si sono infrante le speranze italiane di raggiungere rapidamente Trieste, l’ultimo baluardo degli imperiali particolarmente nell’anno 1917, durante la decima e dell’undicesima battaglia dell’Isonzo. Anche l’Hermada ha conosciuto l’opera distruttiva dei recuperanti che il mestiere lo facevano per procurarsi di che vivere sia dopo la prima che, in modo minore, dopo la seconda guerra mondiale. Oggi invece su queste quote come altrove ci si muove con intenti diversi,, seguendo i dettami dell’Archeologia della Grande Guerra, l’archeologia dei nonni. Si cercano infatti sul terreno e nelle caverne le tracce dei sistemi organizzati che rendevano quasi possibile vivere nelle situazioni estreme provocate da un fuoco a tamburo o da giorni passati al buio senza sapere se come o quando da quella caverne si sarebbe usciti per andare incontro a un incerto destino. La specificità del monte Hermada è data dal fatto che tutto ciò che si vede, tutto ciò che è rimasto
La strada che oggi come ieri unisce Aurisina-Nabresina alle pendici del Monte Hermada.

è esattamente come gli austro-ungarici lo hanno creato, prima di abbandonare queste posizioni per inseguire la III^ Armata durante l’offensiva di Caporetto. Oggi, quando si parla di monte Hermada (Ermada, Querceto o Grmada), si pensa alla sola cima principale: la quota 323. Ma il monte Hermada è in realtà costituito da una catena di basse colline orientate da sud ovest a nord est, ognuna delle quali è una cima a parte, ben separata dalle altre da solchi vallivi anche di una certa entità. Si possono infatti riconoscere il dosso Petrinia (q. 199) vero e proprio avancorpo del gruppo, il Nad Kokem (monte Cocco q. 280), sede di osservatori blindati resi visitabili dopo anni di duro lavoro da parte del Gruppo Cavità Artificiali del CAI-SAG,, la quota 281 (Vrh Grize), che con il gemello Goljak dominano la moderna ferita inferta a questi luoghi: il solco creato per la posa dell’oleodotto. Ben più vasto era il monte Hermada nella visione dei soldati della grande guerra: nella memorialistica italiana infatti si trova citato come ponte dell’Hermada quello ferroviario dove c’è ora il casello dell’autostrada A4, ben lontano quindi dagli accessi del monte così come noi lo intendiamo. Le escursioni in questi luoghi sono considerate un piacevole diversivo, ma non così la pensava Fritz Weber, ufficiale d’artiglieria, che nei suoi studi ricordando quei periodi, così si esprime quando la sua batteria viene destinata al Carso:

… apro l’ordine sigillato: dobbiamo prender posizione a Quota 323. C’è solo una quota, che si possa prendere in considerazione, da queste parti, una quota dal nome dolce e nello stesso tempo terrificante: l’Hermada. Ci guardiamo bene dal parlarne…

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