LA TRADOTTA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA


NEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA

domenica 30 marzo 2014

GRANDE GUERRA "PER NON DIMENTICARLI"

Presentazione del diario di guerra di Mario Muccini: 
Ed ora, andiamo! Il romanzo di uno "scalcinato"
 nel corso della serata 
dedicata ai caduti serlesi della Grande Guerra. 

Sala Cinema Teatro Parrocchiale di Serle (BS) 

sabato 12 aprile ore 20,30







sabato 29 marzo 2014

23° INCONTRO ITALO-AUSTRIACO DELLA PACE








Une année qui a fait basculer le monde



Grande Guerre : “1914 une année qui a fait basculer le monde”

Rémy Porte n’est pas simplement un passionné de la Grande Guerre. Il en est l’un des meilleurs connaisseurs de l’histoire militaire et ses travaux solides en font une référence. Aujourd’hui, il ne se prive pas de resituer le conflit dans son contexte pus général et propose de nouvelles pistes de réflexion dans un nouvel ouvrage intitulé “1914, une année qui a fait basculer le monde ” qui paraît chez Armand Colin. En cette année du début de la commémoration de la Première Guerre mondiale l’opportunité lui est donnée de poser des questions et d’y répondre dans un texte dense qui atteste aussi sa parfaite maîtrise du sujet. Qui pouvait encore en douter? Ceux qui jalousent encore ce bosseur inusable?
L’auteur rappelle d’abord que le monde et les sociétés aux portes de la Grande Guerre ne sont : “ni immobiles, ni monolithiques”. Il remarque aussi que la courbe démographique d’alors fait de la France un pays vieillissant alors que l’Allemagne est plus jeune et terre d’immigration. Ce n’est pour lui pas innocent sur l’organisation et les adaptations successives de l’outil militaire. Rémy Porte qui est aussi un enseignant chercheur invite son lecteur à ouvrir un ouvrage d’histoire militaire globale.
“En prenant la menace de guerre puis les opérations militaires elles-mêmes en point nodal, puisqu’il s’agit bien d’étudier la Grande Guerre, nous rechercherons et nous évaluerons l’importance relative de l’ensemble des facteurs pouvant expliquer l’apparemment inexorable marche vers la guerre”.
La plume est alerte, alors on se promène au fil de ces semaines de l’année 1914. Des persistances des rivalités coloniales, au drame mondain qui interpelle la France avec l’assassinat du directeur du “Figaro” par l’épouse du ministre Joseph Caillaux, la difficule campagne électorale du printemps où les revendications sociales sont présentes et où la loi des trois ans donne à discussion, de l’attentat de Sarajevo ( prétexte s’interroge l’auteur) le livre est riche.


Rémy Porte continue avec la crise de juillet et les dernières hésitations et tentatives menées pour éviter le conflit puis en raison de leurs échecs, ils nous fait entrer dans cette guerre déjà terrible avec les cruelles et meurtrières semaines d’août, la forces des doutes militaires alors que les soldats français sont contraints de reculer tout en enregistrant de lourdes pertes. Il revient sur la bataille de la Marne, une victoire défensive qui n’est pas exploitée. Il montre que l’avenir de la guerre est sombre avec, certes, des situations contrastées.



Cette guerre qu’on annonçait finie avant Noël est acceptée par tous en décembre mais elle pose bien des interrogations sur la manière dont elle va être menée, sur la capacité de l’industrie à se mobiliser pour tenir, sur le risque réel de la guerre totale et de son interminable cortège de malheurs. Le bibliographie est également épaisse et confirme la volonté de l’auteur d’une approche pluridisciplinaire appuyée sur les études les plus sérieuses qui ont été réalisées au fil des progrès de la connaissance historique sur le conflit. A recommander.
Rémy Porte, “1914, une année qui a fait basculer le monde”, Armand Colin, 286 p., 24,90 euros.







venerdì 28 marzo 2014

La proiezione del film "Di qua delle Alpi Giulie" diario di un cecchino italiano a Sella Nevea









MOSTRA "UNO STATO IN UNIFORME"

Mostre

UNO STATO IN UNIFORME
La società goriziana e l'impero asburgico alla vigilia della GRande Guerra

Palazzo Coronini Cronberg
11 aprile - 26 ottobre 2014


  Risalendo indietro nel tempo alla vigilia della Grande Guerra, la mostra “Uno stato in uniforme. La società goriziana e l’impero asburgico alla vigilia della Grande Guerra”, organizzata dalla Fondazione Palazzo Coronini Cronberg onlus e dall’Associazione culturale “Isonzo” - Gruppo di ricerca storica di Gorizia. con il fondamentale sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, intende far riscoprire il clima e lo spirito che animavano la società goriziana all’epoca della dominazione asburgica. All’inizio del Novecento, infatti, Gorizia faceva ancora parte della duplice monarchia, il grande impero austro-ungarico, multietnico e multilingue, che fondava la sua unità su tre elementi fondamentali: la fedeltà al sovrano, l’esercito e la burocrazia. Accomunate in una stretta connessione di interessi e di ideali le istituzioni militari e civili condividevano anche una rigida organizzazione in gradi, categorie e classi di merito, rigorosamente codificati e identificabili attraverso le uniformi. L’impero austro-ungarico, dunque, era “uno stato in uniforme” perché si presentava ai suoi cittadini, e imponeva la propria autorità, attraverso il rispetto per l’uniforme, che tutti, dal generale al soldato semplice, dal più umile inserviente al più alto funzionario, portavano con orgoglio e con senso di dedizione.
  Caratterizzate da vivaci colori e spesso arricchite dal risplendere di alamari, mostrine e bottoni dorati, le uniformi dell’impero non sono solo oggetti di grande fascino e bellezza, ma sono in grado di raccontare la storia di un’epoca e di una società, famosa per il suo ordine e il suo rigore.  La grande quantità di materiale documentario originale, fotografie e cartoline, messo a disposizione dall’Associazione “Isonzo”, consente infatti di ricostruire l’importanza della presenza militare a Gorizia, forte di oltre 2600 unità, la storia di caserme, reggimenti e reparti che con la loro presenza segnarono significativamente la vita e la società goriziane. La mostra, il cui percorso si articolerà anche negli scenografici ambienti del Palazzo Coronini, non mancherà di svelare aspetti curiosi, talora goliardici, della vita quotidiana dentro e fuori le caserme. Attraverso foto d’epoca, affiancate dalle divertenti cartoline satiriche del disegnatore  viennese Fritz Schönpflug, sarà possibile seguire la formazione della recluta, dalla selezione al primo addestramento, per scoprire quanto era la paga del soldato, in cosa consisteva il rancio, quali erano i suoi divertimenti.
  Burocrazia ed esercito, i cui alti gradi erano appannaggio esclusivo della nobiltà e tra cui non mancarono anche alcuni esponenti della famiglia Coronini, rappresentavano la parte della società in cui più radicato era lo spirito patriottico filoasburgico che, proprio poco prima della guerra, si espresse al meglio nelle sontuose celebrazioni organizzate in occasione della visita a Gorizia di Francesco Giuseppe nel settembre del 1900.
  L’importanza rivestita dal materiale fotografico dell’epoca nella costruzione delle varie sezioni della mostra, mette in evidenza quanto prezioso sia ancora oggi il lavoro svolto dagli studi fotografici allora esistenti a Gorizia (Jerki?, Mazucco, Niggl, Eckerl, Hoffmann, ecc.), attenti testimoni del tempo il cui ruolo sarà ricordato attraverso la ricostruzione di un atelier di inizio Novecento. L’esposizione si chiude con una sezione dedicata all’attentato di Sarajevo che segnò contemporaneamente l’inizio della guerra e, per i territori dell’Impero, compresa Gorizia, la fine del mito della Felix Austria.

Mostra realizzata grazie al contributo di


 

INFORMAZIONI UTILI
Chiuso:           lunedì e martedì
Aperto:          da mercoledì a domenica
Orari mostra:  10.00-13.00; 15.00-18.00
TARIFFE
Intero: 5,00 euro
Ridotto studenti: 3
,00 euro
Gratuito: disabili, bambini sotto i 10 anni
         
VISITE GUIDATE: solo su prenotazione per gruppi di almeno 15 persone (3,00 euro a persona) 


LA TRADOTTA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

Guglielmo Coronini Cronberg

   Il 13 settembre 1990 morì a Vienna il conte Guglielmo Coronini Cronberg e la sua scomparsa segnò l’estinzione di una delle più antiche famiglie nobili di Gorizia, le cui origini
La famiglia Coronini Cronberg con lo zio Oscar Cassini intorno al 1915.
risalivano al X secolo. Il primo Coronini che giunse a Gorizia nel XVI secolo, proveniente da Bergamo, fu Cipriano il Vecchio. L’Imperatore Ferdinando I gli riconobbe feudo, nobiltà e stemma nel 1548. Sappiamo che la sua famiglia discendeva dall’antico ceppo dei cavalieri von Cronberg, originario del principato di Magonza. Alla famiglia appartennero figura di grande prestigio, strettamente legate alla storia di Gorizia e alla corte degli Asburgo, come uomini d’arme, di lettere, ecclesiastici ed esponenti della diplomazia. Dalla seconda metà del XIX secolo la famiglia fu meno coinvolta nella vita  pubblica e politica: il nonno del conte Guglielmo, Alfredo Coronini Cronberg (1846-1920), si dedicò soprattutto alla cura e all’ampliamento del parco; soggiornò spesso a Salisburgo e si occupò di acquisti e vendite di beni immobili. Il padre di Guglielmo, il conte Carlo (1870-1944) trascorse gran parte della sua vita a gestire i numerosi possedimenti di famiglia, a dipingere e ad acquistare opere d’arte. Dal matrimonio del conte Carlo con la contessa Olga Westphalen von Fürstenberg (1868-1958) nacquero tre figli: Nicoletta (1896-1984), Francesco Giuseppe (1899-1964) e, il 7 luglio 1905, Guglielmo. L’istruzione di quest’ultimo fu seguita da un precettore privato fino alle scuole medie, poi continuò gli studi presso il liceo ginnasio “Vittorio Emanuele III” di Gorizia, sostenendo però gli esami di maturità da privatista.
  
Carlo Coronini Cronberg e Olga
Westphalen Furstenberg nel giorno
del loro matrimonio, il 16 febbraio 1895.
 
Negli anni Venti del Novecento, si recò a Firenze per seguire un corso al Regio Istituto Superiore Agrario e Forestale, diplomandosi con una tesi su alcuni problemi agrari della regione Giulia. Nel 1929 i genitori gli permisero di recarsi a Monaco di Baviera per iscriversi alla facoltà di Filosofia dell’Università “Ludwig Maximilian”, assecondandolo in quella che era la sua vera inclinazione, lo studio della storia dell’arte. Nel 1936-37 s’iscrisse al corso di laurea in Giurisprudenza di Firenze, discutendo la tesi nel 1940. La permanenza nel capoluogo toscano e quella, anche se più breve, a Monaco, furono estremamente importanti per la sua formazione e per il suo sempre maggiore coinvolgimento come collezionista. A Firenze il conte Coronini era stato introdotto, fin da giovanissimo, nell’ambiente artistico e culturale cittadino, dove conobbe e frequentò il marchese Filippo Serlupi di Crescenzi, cui lo legavano una lontana parentela e la comune passione per il collezionismo e l’antiquariato. Qui fece la conoscenza anche di illustri studiosi e storici dell’arte quali Antonio Morassi, Rodolfo Pallucchini, Giuseppe Fiocco, Roberto Longhi, Bernard Berenson, Francesco Valcanover, Hermann Voss e Georg Richter.
   I continui acquisti e vendite di oggetti d’arte erano, in realtà, una passione di famiglia, ereditata in modo naturale dal conte Guglielmo. I numerosi viaggi compiuti fin da molto giovane, oltre che per studio, erano spesso intrapresi per curare gli affari di famiglia ma anche per acquistare oggetti preziosi. E’ documentato che, soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, il conte Coronini si dedicò all’acquisto di moltissimi pezzi d’antiquariato in varie parti d’Italia e d’Europa. Nell’archivio di famiglia, infatti, è conservata una copiosa corrispondenza con i più importanti musei del mondo e prestigiose istituzioni fra cui la National Gallery di Washington, l’Institut Royal du Patrimoine Artistique di Bruxelles, la Rosenbach Company e il Metropolitan Museum di New York, i gioiellieri Cartier e Boucheron di Parigi, l’Akademie der bildenden Künste e l’Österreichische Galerie di Vienna, il Musée Nationaux di Malmaison, la National Portrait Gallery di Londra, la Narodna Galerija di Lubiana, la Public Library Douglas dell’Isola di Mann.
Guglielmo Coronini Cronberg negli anni Venti.
   Benchè Guglielmo Coronini fosse ritenuto uno studioso di comprovata serietà e competenza, la sua produzione scritta non è molto ampia. SI dedicò con passione a ricerche di carattere genealogico su molte famiglie nobili della Regione, a studi di carattere storico riguardanti la politica di Giuseppe II, il catasto austriaco, gli stati provinciali goriziani, la storia della cultura e dell’edilizia locale, i Conti di Gorizia, il Patriarcato di Aquileia, senza considerare tutto il corpus di elaborati parziali, manoscritti, appunti, note, elenchi e trascrizioni di documenti inerenti il suo progetto intitolato Gorizia Comitale, una vastissima raccolta di documenti sulla Contea di Gorizia (dalle sue origini al XVI secolo) rimasta incompiuta. Scrisse anche alcuni saggi di storia dell’arte:
Guglielmo Coronini negli anni Ottanta.
Un intruso alla mostra udinese di Nicola Grassi e Giorgio Liberale e i suoi fratelli, pubblicati sulla rivista “Arte Veneta”, inoltre, "I Guardi”: una trilogia di Antonio Morassi. Coronini curò i cataloghi delle rassegne cui partecipò sia come prestatore d’opere sia, in alcuni casi, come curatore: Il Settecento goriziano del 1956, la mostra di Giuseppe Tominz del 1966 e Maria Teresa e il Settecento goriziano del 1982. Nel 1969 fu socio fondatore e primo Presidente della sezione di Gorizia dell’associazione nazionale Italia Nostra che si occupa della tutela del patrimonio storico artistico e ambientale della Nazione, una carica che mantenne instancabilmente con grande impegno fino al 1987. La sezione pubblicò alcune sue importanti opere: Gorizia 1915-18Gorizia ottocentesca e Gorizia viva. I secoli e le ore della città.
  Come aveva sempre desiderato, Guglielmo Coronini Cronberg riposa nella quiete della cappella di famiglia, una piccola chiesetta seicentesca collegata al palazzo Coronini da un doppio loggiato, meta silenziosa di tutte le persone che lo conobbero e dei turisti che, oggi, vengono ad ammirare la sua splendida dimora e la bellezza del suo parco.




  
 
UNO STATO IN UNIFORME
La società goriziana e l'impero asburgico alla vigilia della Grande Guerra

Palazzo Coronini Cronberg
11 aprile - 26 ottobre 2014
da mercoledì a domenica
10-13, 15-18
Inaugurazione
giovedì 10 aprile 2014
ore 17.30

ITINERARIO GRANDE GUERRA
Laboratori creativi 2014

Percorso formativo e creativo di carattere teatrale e musicale rivolto ai giovani.
I laboratori si terranno nei mesi di febbraio, marzo e aprile 2014 presso il Palazzo Coronini Cronberg
informazioni

giovedì 27 marzo 2014

Escursione storica sui luoghi della Grande Guerra: il sentiero della Battaglia di Pradis

Escursione storica sui luoghi della Grande Guerra: il sentiero della Battaglia di Pradis

Quando: sabato 29 marzo 2014
Dove: da Pielungo a Clauzetto (PN)
Escursione storica sui luoghi della Grande Guerra: il sentiero della Battaglia di Pradis
Sabato 29 marzo 2014 escursione storica sui luoghi della Grande Guerra: il sentiero della Battaglia di Pradis, da Pielungo a Clauzetto (Provincia di Pordenone), sui luoghi dell’ultima battaglia delle “Truppe della Carnia”.
..novembre 1917: le “Truppe della Carnia” attaccano la “Deutsche Jäger Division” per sfondare l’accerchiamento austro-germanico…
ITINERARIO: Pielungo – Forno – Val da Ros – Tascans – Cuel d’Orton
RITROVO: ore 9.30, presso PIELUNGO, Piazza Conte G. Ceconi (Comune di Vito d’Asio, Provincia di PN)
nessuna difficoltà; durata percorso (soste e visita alle testimonianze storiche incluse) ore 5:00 circa; dislivello: 350 metri complessivi; necessarie calzature da trekking; portare seco adeguato quantitativo di acqua potabile ed il pranzo al sacco; dotarsi dell’abbigliamento e delle precauzioni idonee alla possibile presenza di zecche.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE: € 5 (esclusi ragazzi sotto i 18 anni)
ACCOMPAGNATORE: dr. Marco Pascoli (esperto siti Grande Guerra ex L.R. FVG 11/2013)
SI DECLINA OGNI RESPONSABILITÀ PER EVENTUALI SINISTRI OCCORSI DURANTE LA VISITA
IN CASO DI MALTEMPO L’INIZIATIVA SARA’ RINVIATA A DATA DA DESTINARSI
Informazioni e prenotazioni: 0432 954078 - www.grandeguerra-ragogna.it – info@grandeguerra-ragogna.it

mercoledì 26 marzo 2014

IL CANTO DELLA MALAGUERRA - i giorni, i fatti e i canti dell'Apocalisse 1914/1918

Mentre in Sala Veruda continua fino al 10 aprile la mostra Trieste, guarnigione della belle époque, venerdì 28 marzo presenteremo il libro di Edda Vidiz Il canto della malaguerra, i giorni i fatti e i canti dell'apocalisse 1914-1918.

Interverrà S.A.S. l'Arciduca Markus Salvator Habsburg Lothringen, che ha scritto anche una nota introduttiva al volume, mentre mia è la prefazione. Roberto Todero







CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA Quali opportunità per il turismo?

VENERDI' 28 MARZO, ore 18.00
Biblioteca comunale di Monfalcone (GO)
via Emilio Ceriani, 10

In occasione della presentazione di 
Mappe di VeneziePost (nr.1, febbraio 2014)

 
CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA
Quali opportunità per il turismo?

Immagine rimossa dal mittente.
Intervento di saluto
Silvia Altran, Sindaco di Monfalcone

Introduce
Stefano Piredda, Associazione Culturale Apertamente

Intervengono
Arianna Bellan, Assessore alla Programmazione economica, Comune di Gorizia
Mara Černic, Vicepresidente e Assessore al Turismo, Provincia di Gorizia
Marzio Favero, Sindaco di Montebelluna e coordinatore scientifico del Comitato del Centenario Grande Guerra della Regione del Veneto
Sergio Frigo, Giornalista Il Gazzettino
Adriano Ossola, Presidente dell'Associazione culturale èStoria
Roberto Rigoni, Capofila dell’Associazione dei Consorzi di Promozione Turistica del Veneto per la Grande Guerra
Filiberto Zovico, Editore VeneziePost
Modera
Roberto Covaz, Il Piccolo Gorizia e Monfalcone



mercoledì 19 marzo 2014

Presentazione del libro e del DVD intitolato "CIAU PAIS"

martedì 25 marzo 2014 l'ANA di Trieste 
ha organizzato
 in collaborazione e presso la sede dell'IRSMEC  "PANZARAZA" in Via Ghega 2,  
la presentazione del libro e del DVD intitolato "CIAU PAIS".

 Si tratta di una ricerca effettuata nella Valsesina (Vercelli) ove sono stati individuati tra gli anni 2011 e 2012 numerosi Alpini Veterani di guerra , i Reduci.   Di questi sono state raccolte 34 interviste grazie al lavoro di Aldo Lanfranchini e  Marinella Mora.

Le interviste hanno un tempo totale di circa 14 ore e sono disponibili, nella loro interezza sul sito della Valsesiana.

Una curiosità:  Alcune località indicate dagli intervistati sono rimaste sconosciute, nonostante le ricerche effettuate, altre sono riportate con i vecchi nomi in italiano, altre hanno il nome originale ma sono scritte senza le consonanti e vocali accentate della lingua originale; inoltre si è  preferito lasciare i verbi, gli avverbi ed i congiuntivi così come sono stati espressi, per dare maggior valore alla veridicità delle interviste.


Marinella Mora è Patronessa della Commissione Sezionale del Centro Studi della Sezione Valsesiana dove collabora. Dopo la pubblicazione di "Ciau Pais" è impegnata nella realizzazione di future pubblicazioni aventi sempre come riferimento gli alpini e la storia della Valsesia.



Aldo Lanfranchini è da sempre appassionato di storia particolarmente quella relativa alla Valsesia. Da quando ha cessato le attività lavorative si dedica a tempo pieno all’attività del Centro Studi della Sezione ANA Valsesiana alla quale è iscritto dal 1966. Ha portato a termine una ricerca sui "medagliati" Alpini della Valsesia dal 1872 a oggi,  pubblicato un libretto sulla vita di Giovanni Rolandi durante la prima guerra mondiale intitolato "Il mio Cavento" e per ultimo il libro/DVD "Ciau Pais" che raccoglie 34 interviste ai reduci della seconda guerra mondiale. Attualmente sta lavorando alla ricerca ed al recupero di testi storici sia sugli alpini che sulla storia della propria terra e alla divulgazione nelle scuole locali della cultura alpina.